Quanti di noi ricordano lo slogan “Non è chinotto se non c’è l’8”? E cosa c’entra il chinotto Neri con il Parco dell’Appia Antica?
È il 1949 quando Pietro Neri apre la prima fabbrica per la produzione del chinotto e lo fa in via del Mandrione al 334, in un sito dove già era fiorente la produzione di ghiaccio. La nuova bevanda fu subito un successo e portò all’apertura di nuovi stabilimenti in diverse città come Bologna, Napoli e Capranica.
Pietro Neri è dunque il padre del Chinotto, primo e inimitabile, ma ha soprattutto un altro grande merito: saper fare pubblicità, saper raccontare in modo diverso il suo prodotto. Questa bevanda, distribuita in bottiglia priva di etichetta ma con marchio in rilievo, non fu solo la bibita di generazioni che aspiravano ad americanizzare la giornata, ma portava con se un’innovazione incredibile, in special modo nel campo della comunicazione pubblicitaria: “Se bevi Neri NE RI bevi” oppure il marchio aziendale che anticipò di secoli il modo di scrivere “Chin8 Neri”.
Usando l’agrume dal gusto amaro del chinotto, Pietro aggiunse altre 53 erbe conservate gelosamente, una miscela segretissima consegnata solo al nipote sul letto di morte.
Il successo della bevanda fece approdare la bibita nel celebre Carosello dove grandi automobili americane percorrevano le città italiane sovrastate da gigantesche riproduzioni 3D delle bottiglie di Chin8 e sulla salita del Quadraro, prima di prendere via del Mandrione, per anni campeggiò un immenso cartellone pubblicitario “Non è chinotto se non c’è l’8”.
Pietro Neri è raccontato dai suoi familiari come un vero gentelman, simpatico, elegante, molto ironico, capace di tener banco in qualsiasi conversazione. Sportivo, amante del calcio seguì, la società sportiva Chinotto Neri attiva negli anni ‘50, la squadra arrivò a prepararsi presso il motovelodromo Appia, conosciuto anche come “Cessati Spiriti”
Un incredibile boicottaggio industriale accompagnato da investimenti mal riusciti costrinsero Pietro Neri a cedere la produzione della bibita, ma il brevetto rimase alla famiglia.
Oggi questa storica bibita è stata rilanciata grazie al nipote Simone con il nome di “Chinottissimo”. La produzione non segue fedelmente l’antica ricetta perchè si è dovuta adeguare ai gusti del nuovo pubblico, ma ChinottISSIMO è stato selezionato e inserito nel paniere dei “Prodotti di Eccellenza della Regione Lazio” e nel circuito delle “Botteghe Storiche di Roma”, ed è stato selezionato dalla Regione Lazio come prodotto di eccellenza del territorio e presentato con successo ad Expo 2015.
L’ex stabilimento, dove il grosso della manodopera era femminile e che aiutò molte famiglie a superare il terribile periodo del dopoguerra, oggi è la Casa dello studente.
Grazie Pietro per averci soddisfatto con la tua bevanda.
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