Passeggiando nel Parco non è raro incontrare artisti all’opera che rapiti dalla bellezza del paesaggio cercano di trattenere l’essenza delle loro visioni sulla tela e su semplici fogli di carta da disegno.
Negli anni li abbiamo fotografati intenti nel loro lavoro, poi abbiamo pensato che forse sarebbe valsa la pena di riunirli e viaggiare con loro.
Nasce così “Petit Tour: sentieri d’arte nel Parco dell’Appia Antica” una mostra collettiva di vedutisti contemporanei allestita presso la Sala Nagasawa della Cartiera Latina che aprirà al pubblico sabato 11 giugno alle ore 16.
La mostra sarà aperta il sabato e la domenica fino al 26 giugno dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00.
Partecipano alla mostra:
-Alice Asnaghi
-Pamela Balsamo
-Paolo Bernacca
-Marco Carloni
-Federico Gemma
-Rossana Guidone
-Matthew Lowden
-Marco Lustri
-Giulia Mariti
-Maurizio Moretti
-Cinzia Pigini
-Alessandra Pignattelli
-Caterina Proietti
-Danilo Renzulli
-Eva Villa
Dal testo di presentazione della mostra di Giulia Mariti
Se vi foste trovati nei primi anni del ‘900 a fare, come oggi, una gita nell’Agro Romano, non vi sarebbe stato difficile imbattervi in un drappello di pittori intenti a ritrarre distese di gramigna trapunte di papaveri e cardi, degradanti in monti azzurrini, evanescenti verso i Colli Albani. Cavalletti e tavolozze in spalla, riparati dall’arsura estiva grazie a qualche telo legato a magri alberi da frutto o all’ombra delle vestigia romane disseminate lungo tutto il tragitto della Regina Viarum, gli artisti facenti parte del “gruppo dei XXV della campagna romana” andavano alla ricerca della “vera luce”, quella che solo una seduta “en plein air” sa donare a un paesaggio. Sebbene annoverasse tra le sue fila nomi illustri come quelli di Duilio Cambellotti o Giulio Aristide Sartorio, il gruppo non aveva un ordine gerarchico, né un manifesto programmatico: la Domenica ci si riuniva per condividere l’esperienza di una amichevole scampagnata, immersi nella Natura e nell’arte; a fine giornata, si allestiva una piccola mostra nella trattoria più vicina e il vincitore veniva premiato con il rimborso del pranzo e delle spese di viaggio: riceveva inoltre un simbolico ferro di cavallo che, la settimana successiva, sarebbe passato nelle mani del nuovo trionfatore.
I tempi mutano, i luoghi si addomesticano, ma l’esigenza di condivisione resta: l’Arte è forse il più grande collante esistente, una forza capace di riunire sotto l’egida del Bello le più svariate personalità.
Sulla scia degli illustri predecessori, gli artisti presenti in questa Collettiva ci mostrano dunque il loro “Petit Tour” all’interno del Parco dell’Appia Antica: un nome – quello scelto per l’esposizione – non casuale, che rimanda al tradizionale viaggio in Italia compiuto dagli artisti europei a completamento della propria formazione culturale ed estetica. Il Petit Tour non era altro che la versione ridotta -quasi “tascabile”- del più impegnativo “Grand Tour”, dedicata a chi non avesse sufficienti sostanze economiche per sostenere le spese di un viaggio così lungo: oggi, attraverso l’esperienza di una Pandemia che ha colpito duramente e trasversalmente la società globale – limitandone gli spostamenti – siamo in un certo senso costretti a tornare a un turismo di prossimità e alla conoscenza del territorio cui apparteniamo. Non è raro ascoltare le espressioni di sorpresa di coloro che, pur abitando nel quartiere Appio-latino da anni, non conoscono l’immenso patrimonio naturalistico, faunistico e storico-archeologico del Parco dell’Appia Antica: è con l’intento di svelare i tesori a noi più vicini, che vi invitiamo ad addentrarvi in questo labirinto estetico fatto di luoghi amati e piccole scoperte, di canneti e mandorli in fiore, di laterizi e tronchi nodosi. Citando Marcel Proust, “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’ avere nuovi occhi”.